Backup dei dati: cos’è
Delle informazioni generate dall’utilizzo dei dati processati non se ne percepisce l’enorme importanza fino a quando risultano indisponibili e dunque non elaborabili: in assoluto, quindi, quando si parla di dati che riguardano il patrimonio informativo aziendale la prima “politica informatica” da adoperare è il backup.
Il corretto salvataggio dei dati assume un ruolo da protagonista nel campo della prevenzione della perdita degli stessi e nel ripristino dei servizi e delle informazioni in caso di guasti (in particolare dei dischi che li contengono), contaminazioni da software malevoli (malware) o qualsiasi altro scenario che possa compromettere le funzionalità dei sistemi informatici.
Attraverso le procedure di backup si creano una o più copie dei dati da ripristinare in caso di criticità. Per essere efficace, come prima regola (che sarà la nostra linea di partenza, ma che deve essere nell’immediato superata), la procedura di backup deve prevedere la copia in dispositivi di archiviazione diversi da quelli dove sono stati generati o elaborati.
Le tipologie di backup dei dati
Prima di applicare una procedura di backup, è opportuno analizzare i dati che dovranno essere coinvolti nella copia (in termini di dimensione, numero, tipologia), gli strumenti che verranno utilizzati per l’archiviazione, la cadenza con cui verrà applicata, la metodologia usata per effettuare la copia ed eventuali protezioni da inserire in modo che l’operazione di restore venga effettuata solo dai reali gestori delle informazioni.
Esistono numerosi software gratuiti e commerciali che consentono di utilizzare i metodi sopra citati e, con una corretta programmazione, integrare al piano di backup una periodicità (giornaliera, settimanale, bisettimanale, mensile) di quando sarà lanciata la procedura, i dispositivi destinati all’archiviazione delle copie, eventuali metodi di notifica per verificare il corretto funzionamento del processo, password di protezione e molto altro.
Le tre tipologie di backup principalmente utilizzate si differenziano tra loro da come vengono duplicati e salvati i dati.
- Backup Completo: Un backup completo, come si può immaginare dal suo nome, prevede la copia di tutti i dati di origine all’interno del dispositivo di destinazione.
Normalmente è il primo metodo di backup che viene eseguito per creare una copia completa dei dati. In caso di ripristino, il backup completo consente di riportare i file allo stato in cui erano al momento della creazione della copia di sicurezza.
Rispetto agli altri metodi di backup risulta più lento e richiede un maggiore carico prestazionale della macchina e principalmente più spazio di archiviazione.
- Backup incrementale: Con il backup incrementale si effettueranno le copie dei soli dati modificati rispetto all’ultimo backup eseguito (dopo il backup completo di partenza), di qualsiasi tipologia esso sia.
È una procedura veloce, minimizzando quindi la possibilità che si creino errori durante la fase di copia.
Di contro, i tempi di restore saranno maggiori in quanto si dovranno ripristinare sia il backup completo di origine che tutti i backup incrementali, aumentando così le possibilità di errori.
Inoltre, nel caso in cui un backup incrementale sia corrotto, questo si ripercuoterà su tutte le successive copie.
- Backup Differenziale: Anche in questo caso si prevede la copia dei dati modificati ma utilizzando, come origine, esclusivamente l’ultimo backup completo effettuato.
In questo modo, in fase di restore, saranno utilizzati l’ultimo backup completo associandolo all’ultimo backup differenziale effettuato, migliorandone quindi i tempi in termini di velocità rispetto al backup incrementale.
Lo svantaggio principale del backup differenziale è però la ridondanza dei dati copiati e la generazione di file molto grandi.
Per chi volesse approfondire in maniera più dettagliata, è possibile consultare qui la fonte di questo articolo.